Sicuramente ti sarai chiesta ogni quanto lavare l’accappatoio. Riuscire a individuare la giusta frequenza con cui lavare questo capo che ci avvolge dopo la doccia è importante per garantirsi igiene, morbidezza e profumo senza provocare danni al pianeta con lavaggi troppo frequenti.
Se è vero che lavaggi insufficienti potrebbero costituire una minaccia per la nostra salute, è pur vero che trattamenti eccessivi provocherebbero ulteriore inquinamento ambientale. Vediamo allora insieme come regolarsi.
In questo articolo parliamo di:
Accappatoio in spugna o in microfibra?
Usi un accappatoio in spugna oppure ne preferisci uno più leggero in microfibra? Entrambi offrono vantaggi e svantaggi. Sicuramente ognuno ha le proprie esigenze che lo portano a trovare nell’uno o nell’altro il proprio accappatoio ideale. Se si ha la necessità di inserirlo nel borsone della palestra, ad esempio, un accappatoio in microfibra risulterà molto più pratico grazie allo spessore ridotto, mentre coloro che amano lasciarsi avvolgere da un capo morbidissimo troveranno nell’accappatoio in spugna il loro elemento ideale.
Ma indipendentemente dalle preferenze di ognuno il tessuto con cui è realizzato può influire sulla frequenza dei lavaggi. In genere i modelli in microfibra tendono a trattenere meno la polvere e ad asciugarsi più velocemente, per cui potrai anche concederti qualche utilizzo in più tra un lavaggio e l’altro, mentre quello in spugna, più spesso e vaporoso, impiega più tempo e quindi è potenzialmente più a lungo il terreno fertile ideale per i microorganismi.
Quanto usi l’accappatoio?
La prima domanda che dovrai farti per individuare la frequenza con cui lavare l’accappatoio è proprio “quanto lo uso?“. Sei una persona che lo utilizza solo quando esce dalla doccia per asciugarsi oppure ami indossarlo anche per casa, stile spessa vestaglia? Adori lasciarti coccolare dal tepore dell’accappatoio nei momenti comfy, magari seduta sul divano mentre guardi la tv?
Se lo indossi anche per casa sicuramente la possibilità di far venire la spugna a contatto con polvere e germi sarà maggiore. Se invece lo utilizzi solo dopo la doccia per asciugarti prova a domandarti se hai l’abitudine di stenderlo ad asciugare oppure lo riponi in bagno ancora umido. Quest’ultima abitudine, oltre a mettere a rischio la salubrità dell’ambiente ed essere potenzialmente responsabile della formazione di muffa nel bagno, potrebbe contribuire a renderlo terreno particolarmente fertile per germi e batteri.
L’accappatoio, così come gli asciugamani e le salviette da bagno, può infatti trasformarsi in habitat naturale perfetto per i microorganismi pericolosi, che trovano nel tessuto reso umido dall’utilizzo dopo la doccia il loro ambiente ideale. Se a questo aggiungiamo il fatto che assorbe residui di pelle morta, polvere e secrezioni corporee capiamo bene che mantenerlo pulito e igienizzato dovrebbe essere sempre una priorità.
Ogni quanto lavare l’accappatoio: la parola agli esperti
Gli esperti più scrupolosi raccomandano di lavare l’accappatoio dopo ogni utilizzo. Comprendiamo bene però che questa abitudine, per quanto sana, comporterebbe un prezzo abbastanza alto da pagare sia in termini economici (una lavatrice al giorno farebbe lievitare i costi) sia per l’ambiente (pensiamo all’inquinamento provocato dalla grande quantità di detersivi).
Ma tra un lavaggio dopo ogni utilizzo e quello da prevedere solo quando l’accappatoio emana cattivo odore vi è una via di mezzo, che trova concordi molti dermatologi ed infettivologi: secondo loro il lavaggio dell’accappatoio ogni tre/quattro utilizzi offre un buon compromesso tra igiene e tutela dell’ambiente.
Anche la stagione influisce: se in inverno, con una doccia al giorno, può essere sufficiente lavare l’accappatoio ogni tre/quattro giorni, nei mesi estivi quando le docce si fanno più frequenti potrebbe rendersi necessario un lavaggio a giorni alterni. A questo proposito però occorre anche sottolineare che un’asciugatura ai raggi diretti del sole dopo ogni utilizzo fornisce un ottimo rimedio disinfettante naturale: se adotti questo sistema potrai anche lavare il tuo accappatoio una volta ogni tre giorni.
Accappatoio: come lavarlo senza commettere errori
Dopo aver visto con quale frequenza occorre lavare l’accappatoio vorremmo concludere con qualche parola per lavarlo al meglio. Il primo consiglio per pulirlo a fondo senza rovinarlo è sempre quello di controllare attentamente l’etichetta con le istruzioni di lavaggio.
In genere per un accappatoio in spugna è opportuno programmare lavaggi con temperature a 60°C mentre per quelli in microfibra non dovremmo superare i 40°C, ma è sempre bene controllare l’etichetta.
Una particolare attenzione andrebbe rivolta anche al detersivo: sceglierne uno che disinfetti i capi a fondo e sia anche ecologico potrebbe essere un ottimo sistema per garantirsi accappatoio sempre perfettamente igienizzati e morbidi senza presentare il conto all’ambiente.
Un ultimo passaggio dovrebbe poi prevedere la stesura del capo subito dopo il lavaggio: stendere l’accappatoio ad asciugare all’aperto senza lasciarlo bagnato nel cestello aiuterà a prevenire cattivi odori e ritrasformarlo subito in un nido di batteri.
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