L’amianto compatto è un materiale ampiamente impiegato nel settore edile fin dal 1992. Tuttavia, a partire dagli anni ’90, questo è stato dichiarato tossico e pertanto inutilizzabile.
La legge numero 257 del 1992, infatti, ne ha riconosciuto la cancerogenicità e pertanto ne è stata vietata la commercializzazione e l’utilizzo.
Ciò che ha reso tale materiale particolarmente diffuso sono la sua resistenza, nonché il potere isolante, peculiarità ideali per la realizzazione di tubi, grondaie, tramezzi, ecc.. ma anche di rivestimenti per tetti e pareti.
Nonostante sia stato dichiarato pericoloso, ancor oggi alcune costruzioni presentano parti in amianto, talvolta anche inserite in materiali friabili. Questo è il principale motivo per cui i privati si trovano a richiederne rimozione e smaltimento.
Lo sbriciolamento e la conseguente dispersione nell’ambiente possono infatti causare malattie respiratorie e danneggiare l’organismo.
Come smaltire correttamente l’amianto compatto?
Come detto poc’anzi, i privati non sono obbligati dalla legge allo smaltimento dell’amianto compatto. Tuttavia, quando questo si trova in edifici, strutture o manufatti danneggiati, friabili o deteriorati allora la bonifica diviene obbligatoria.
Affinché questo avvenga è necessario contattare aziende specializzate poiché l’intera procedura deve avvenire in totale sicurezza per gli operatori e per l’ambiente a causa della sua pericolosità.
In linea generale, dopo aver preso contatti con un’azienda specializzata, questa invierà sul posto degli esperti per effettuare le necessarie verifiche. Affinché i lavori di smaltimento possano iniziare, lo step successivo prevede che vengano inviati documenti e autorizzazioni alla ASL di competenza almeno 30 giorni prima dell’inizio della bonifica.
Trascorso il tempo necessario, gli esperti potranno procedere con i lavori di smaltimento cominciando dalla rimozione e successivamente dallo spostamento del materiale presso discariche autorizzate.
A chi affidarsi per lo smaltimento dell’amianto compatto?
La rimozione di amianto compatto è un’operazione rischiosa per la salute. Pertanto, è fondamentale affidarsi sempre a professionisti del settore, che rispettino tutte le norme di sicurezza.
È infatti opportuno ricordare che ciò che rende l’amianto cancerogeno è la dispersione di fibre nell’ambiente. Questa è la ragione per cui le operazioni di smaltimento devono essere effettuate seguendo procedure specifiche.
Chi maneggia l’amianto deve indossare sempre dispositivi di protezione adatti come mascherine, tute protettive, guanti, ecc… ed è quindi sconsigliabile affidare il lavoro a persone inesperte o provvedere autonomamente.
Il suggerimento è quindi quello di contattare diverse aziende del territorio, richiedere i preventivi e verificare che la procedura avvenga nel rispetto di tutti: personale e ambiente.
Prima di decidere a chi affidare il lavoro è bene informarsi sull’affidabilità e sulla correttezza dello smaltimento.
Quando si parla di amianto, risparmiare denaro può equivalere a mettere a rischio la propria salute.
Per essere certi dell’affidabilità è bene sapere che la ditta incaricata dovrà:
- effettuare un sopralluogo;
- preparare e inoltrare i documenti all’ASL almeno un mese prima dell’inizio dei lavori;
- fornire ai propri dipendenti i dispositivi di sicurezza;
- incapsulare l’amianto estratto;
- rimuovere l’amianto compatto;
- bonificare la zona circostante;
- smaltire il materiale presso discariche e centri autorizzati.
Al fine di garantire massima sicurezza, quando si ha la necessità di smaltire dell’amianto compatto è sempre bene rivolgersi a professionisti del settore. La sicurezza deve infatti essere una priorità quando si tratta di materiali pericolosi e cancerogeni.
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